I
mitici parchi americani, cerchiamo di vedere il più possibile
compatibilmente con il tempo a disposizione, circa un mese. Nel
precedente viaggio del 1985 avevamo visto solo il Grand Canyon ed ora
contiamo, oltre a quello, di vederne molti altri. Si parte da San
Francisco per arrivare allo Yosemite National Park, sicuramente il più
caratteristico dal punto di vista della vegetazione con quella stretta
valle racchiusa tra alte e caratteristiche montagne coperta da
gigantesche sequoie. Ma, e questo dipende ovviamente dai singoli gusti
estetici. Sulla strada che attraverso il Tioga Pass ci porterà verso le
pianure oltre la sierra, incontriamo un paesaggio stupendo fatto di
grandi e bianche spianate rocciose punteggiate da piccoli punti verdi
costituiti dalle poche conifere che riescono a farsi strada tra le crepe
delle rocce stesse. In mezzo a questo paesaggio incredibile sotto un
cielo di un azzurro spettacolare (siamo a 3000 metri) troviamo anche un
quieto lago “alpino” che completa la bellezza del luogo. La discesa dal
passo, ripercorrendo paesaggi analoghi a quelli della salita, ci porta
dalle alte montagne alla principale depressione degli Stati Uniti, la
Death Valley. Qui è tutto diverso e così esploriamo situazioni diverse
ed estreme. Le previsioni sono confermate e mano a mano che si scende il
termometro dell’auto sale implacabilmente sino ad arrivare ai 47°C, non
male. Lungo la strada ci si ferma a visitare un piccolo e stretto canyon
scavato da un antico fiume nella roccia resa lucida e splendente,
levigata all’inverosimile con mille disegni e sfumature, quasi come
drappi di broccato, ci porta a ritroso nel tempo e la completa
solitudine nella quale ci troviamo ci lascia una sensazione molto
particolare. Subito dopo scendendo nel piano della valle ci troviamo
improvvisamente in uno scampolo del Sahara, infatti abbiamo davanti a
noi un gruppo di alte dune di sabbia dorata che nel tramonto brillano di
una luce molto particolare. Arrivati a Fornace Creek per fortuna
l’albergo si rileva subito confortevole, date ovviamente le circostanze.
Da li le escursioni sono le solite come da copione, il punto di massima
depressione con tanto di cristalli di sale solo in parte sciolti, la
visita sia al tramonto che all’alba del Dantes View da dove la valle si
sviluppa in tutto il suo fascino. Ma soprattutto il percorso nel Titus
Canyon dove per molti chilometri si viaggia in piena solitudine
attraverso un paesaggio affascinante su di una strada sterrata di media
difficoltà (d’altra parte avevamo preso un fuoristrada apposta per
quello), tra antiche miniere abbandonate ed illusioni di quella che è
stata una delle epopee umane più celebrate dal cinema. Arriviamo al
Bryce Canyon nel tardo pomeriggio e non perdiamo l’occasione di vederlo
al tramonto, impossibile non farlo. I colori e le formazioni rocciose
sono un vero spettacolo della natura, l’erosione della roccia rossa da
parte della pioggia e del vento ha scolpito una infinità di arditi
pinnacoli, quasi come in un gioco di frattali tridimensionali. All’alba
i colori sono diversi come tonalità ma il contrasto con il verde delle
foreste sullo sfondo regala sempre nuove emozioni. L’Arches Park è forse
un po’ monotematico con la sua più alta concentrazione di archi rocciosi
naturali al mondo, ma è pur vero che alcuni di questi sono veramente
spettacolari. Pensando poi alla loro formazione nel corso dei millenni e
la loro continua trasformazione anche recente con gli spettacolari
crolli delle parti interne, non si può fare a meno di pensare alla forza
della natura ed alla nostra piccolezza. Altro discorso è per il Mesa
Verde, qui è l’uomo il protagonista dove, in una rete vastissima di
canyon più o meno profondi, gli antichi Anasazi e successivamente i
Pueblo hanno costruito interi villaggi, sfruttando le grandi cavità
naturali createsi dall’erosione, sospesi sulle pareti a strapiombo dei
canyon. Erano così al sicuro dai nemici, ma quanta fatica per vivere,
sino all’estinzione di quella stessa particolarissima civiltà. L’uomo si
ritrova protagonista anche nel Canyon de Chelly, infatti vedendolo
dall’alto (visto che proibito l’accesso dei turisti nella valle) si
presenta come uno spettacolo tra il drammatico ed il bucolico. Tra le
rocce scoscese del canyon, con le loro fantasiose formazioni, si stende
nel piano una fertile valle attraversata da un piccolo fiume dove si
trovano case, orti e pascoli quasi come un dorato rifugio per la scarsa
popolazione indigena. Per fortuna loro la visita si può fare, appunto,
solo dall’altipiano sovrastante il canyon. Ma è nella Monument Valley
che ritroviamo in pieno la forza e la grandezza della natura. Lo
spettacolo, peraltro già visto mille volte nei films e nei fumetti, è
veramente grandioso. Nella pianura si stagliano le “mesas” di varia
forma e grandezza, risultato anche qui di millenarie erosioni. La
giornata poi ci regala un misto di sole e pioggia creando così contrasti
di luce spettacolari, felicità di tutti i fotografi. Anche se il turismo
è come sempre invadente, le dimensioni delle “mesas” e gli spazi
sottostanti sono tali da permettere a tutti un’immersione completa nella
natura e nella fantasia. Il Deserto Dipinto e la Foresta Pietrificata
non rappresentano, a mio avviso, uno spettacolo entusiasmante forse
anche per tutti quelli visti sino ad ora, se non per le terre di colori
diversi nel primo ed i grandi alberi fossili nel secondo ma siamo ormai
sulla strada per l’ultima tappa. Si arriva infine al Grand Canyon. Qui
in effetti anche il termine grandioso risulta riduttivo, infatti pur
guardandone anche solo una piccola parte ci si rende conto di cosa è
stato il processo di erosione di quello che dal “rim” appare un piccolo
fiume, nel corso dei millenni. Anche qui la natura ci regala uno
spettacolo entusiasmante tra colori e formazioni rocciose ed anche qui
lo vediamo sia al tramonto che all’alba per poter provare nella stessa
situazione sensazioni ed emozioni diverse. Avendo più tempo e meno anni
si potrebbe fare un’escursione sino al fondo valle ma decidiamo che lo
spettacolo è sufficientemente bello così e non vogliamo esagerare |
YOSEMITE PARK |
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