Siamo ancora una volta alla ricerca di nuove isole,
credo sia diventata una mania. Ma queste, tra le tante, sembrano le
migliori, almeno nell’immaginario che ognuno si fa viaggiando tra libri,
fotografie e guide turistiche. Si parte come al solito con un viaggio
auto organizzato, ma questa volta oltre all’aereo fissiamo via internet
anche gli alberghi, visto che sulle isole non sono poi così tanti se si
escludono quelli degli operatori turistici. L’idea è di vedere le tre
isole principali sostando 5 o 6 giorni in ognuna di esse per non subire
la pressione tipica del mordi e fuggi. La più grande delle isole è Mahe,
capitale Victoria forse la più piccola capitale del mondo, forse la meno
interessante dal punto di vista naturalistico, ovviamente con mare
fantastico e spiagge stupende, ma utile per dare un’idea di questo
minuscolo stato che si estende nell’Oceano Indiano con qualche isola
granitica e molte isole coralline, che in modo molto intelligente sono
ancora tenute al riparo dal turismo di massa. Nella capitale si respira
una curiosa aria che è un misto di tropici e paesi del vecchio est
europeo, visto che l’attuale regime è di impronta social-comunista. Nei
pochi mercati e negozi statali non vi è quasi mercanzia, neppure quei
prodotti tropicali quali la frutta e la verdura che ci si aspetterebbe
di trovare in abbondanza ed i pochi negozi turistici hanno scarso
artigianato che comunque vendono in dollari. D’altra parte la maggior
parte del turismo vive quasi esclusivamente nei villaggi vacanza e nei
grossi alberghi autosufficienti anche per i souvenir. In compenso c’è,
come sempre in questi casi, un conveniente cambio a borsa nera che
consente, contrattando sempre un po’, di mangiare e fare qualche
acquisto a circa due terzi del valore ufficiale. Qui si sente anche
molto l’influsso delle varie colonizzazioni passate negli anni su queste
isole, infatti quasi tutti parlano tre lingue, il creolo correntemente
tra di loro, il francese nelle trattative commerciali e l’inglese per
gli affari ufficiali e la burocrazia. La seconda isola è Praslin con,
oltre a mare e spiagge, ha una vera foresta primordiale al suo
interno, un vero residuo preistorico dove si possono vedere piante
endemiche ed uniche al mondo tra le quali la più famosa è la palma del
Coco de Mer, altissima con enormi foglie e con frutti che possono pesare
sino a 20 Kg. Questa palma viene molto reclamizzata ai turisti per le
forme antropomorfe e sexy dei suoi frutti, il cocco (femminile) ed il
fiore (maschile). Il posto è veramente suggestivo e nell’improvviso
acquazzone tropicale che ci coglie nel bel mezzo della foresta, troviamo
un utile rifugio proprio sotto una di quelle foglie giganti.
Come previsto la più interessante delle tre isole che
visitiamo è La Digue, vero e proprio insieme di rocce granitiche che
paiono apparentemente gettate alla rinfusa da mani gigantesche, dove una
rigogliosa natura le ha circondate di verde ed affondate nel blu. La
scelta di pernottare sull’isola qualche giorno ci permette di visitare i
posti più belli nelle ore più tranquille e cioè quando non ci sono tutti
i turisti portati qui da Mahe e Praslin per una gita giornaliera.
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LA DIGUE |
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L’angolo più bello, credo il più bello che abbia mai visto dal punto di
vista naturalistico, è la spiaggia di Anse Source d’Argent dove gli
enormi blocchi di granito grigio, levigati dal vento e dall’acqua, scendono in un mare con
incredibili trasparenze azzurre circondati da una corona di palme verdi
e di un cielo blu. Credo sia uno dei posti più fotografati al mondo e
quindi conosciuto, da tutti quale simbolo stesso delle Seychelles, ma
esserci è un’altra cosa. |