L’Indonesia è per certi aspetti poco conosciuta o è
spesso identificata con la sola isola di Bali, in realtà essa è
rappresentata da un quantità di isole estremamente eterogenee sia per
l’aspetto fisico e geografico, che per quello religioso e culturale.
Sicuramente uno dei posti più interessanti che si possono visitare è
situato nell’isola di Sulawesi ed è rappresentato dalla terra dei Toraja.
Questa popolazione vive abbastanza isolata ed è l’erede di una cultura
ancora parzialmente sconosciuta; Cristiana, in un paese Islamico, vive
di fatto un sincretismo religioso, che utilizza il Cristianesimo come
copertura di una forma ancestrale di Animismo, che persiste tuttora.
Dopo un giorno di viaggio arriviamo in zona e troviamo una ragazza, che
ci farà da guida per tre giorni, conducendoci attraverso le risaie in
alcuni siti dove generalmente si svolgono le cerimonie funebri che
impegnano, per più settimane, tutta la famiglia del defunto dedicata,
tra una preghiera e l’altra, ad ospitare tutti quanti, a qualsiasi
titolo, arrivano a presenziare queste funzioni.
Il costo di queste attività è elevatissimo, per le scarse risorse dei
locali, alcune famiglie arrivano a rovinarsi economicamente, dopo aver
risparmiato per mesi, tenendo il defunto imbalsamato in casa. Infatti la
complessa cerimonia prevede la costruzione ex novo di una specie di
villaggio, in una radura tra i boschi, costituito da capanne di bambù,
sia per il defunto che per i familiari e gli ospiti.
Arrivati in piena cerimonia, tra lo sfavillio di colori dei vestiti e
delle stuoie, incredibilmente sul catafalco si vede troneggiare un
grosso arazzo, in materiale sintetico, rappresentante l’ultima cena.
Ci sediamo nella zona ospiti e subito iniziano a circolare ciotole con
riso accompagnato da vari tipi di salse, mentre gli uomini portano pezzi
di carne di bufalo e di maiale, che in continuazione viene fatta
arrostire su grossi fuochi nella piazza principale del “villaggio”.
a scena, nonostante l’aspetto che rimane quello di una cerimonia
religiosa, è abbastanza cruenta in quanto sia i bufali che i maiali
vengono sgozzati (il sangue viene raccolto in canne di bambù ed offerto
agli ospiti più importanti) e macellati sul posto, prima di essere
arrostiti sulle braci.
La quantità di animali che vengono immolati è sempre elevata ed è
direttamente proporzionale alle risorse economiche e definisce di fatto
lo stato sociale della famiglia che, dopo la cerimonia, espone le corna
dei bufali sulle travi di legno che sostengono la facciata della loro
casa.
E’ difficile interpretare e cercare di capire queste manifestazioni,
così diverse dalle nostre e così lontane dalla nostra cultura
edonistica, dove l’avvenimento principale della vita di una comunità si
esprime proprio nel momento più tragico, quello della morte. Ma forse
non è corretto cercare di capire, sicuramente è più importante accettare
quanto le altre culture ci propongono. |
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