Terza tappa è la città di Dharamsala o meglio Mc Leod Ganj,
che pur non essendo una città santa è la sede politica e religiosa del
governo tibetano in esilio, in sostanza una piccola Lhassa. Qui a causa
della forte presenza di esuli, tutto sembra Tibet, la gente i monaci, i
prodotti nei negozi e le piccole attività artigiane, come ad esempio
quella dei tappeti. Purtroppo la tensione politica che grava su questa
situazione crea un certo disagio che si tocca principalmente nella
visita al grande tempio buddista, al quale si accede dopo una serie di
innumerevoli visite e controlli. Anche l’eccesso di turisti crea un
certo effetto negativo, ci sono più centri internet che alberghi e
ristoranti, ma la visita ne vale la pena anche perché ci permette di
conoscere direttamente la realtà di disagio di questo popolo. Ultima
tappa Amritsar, città sacra dei Sikh, famosa per il suo tempio d’oro. Il
Sikhismo è una religione relativamente recente nata attorno al 1500 da
un sincretismo tra l’Induismo e l’Islamismo (con qualche ispirazione dal
Jainismo, dal Cristianesimo, dal Zoroastrismo e dal Giudaismo) voluta al
fine di ridurre le tensioni dovute all’invasione dell’India da parte dei
mussulmani. Il tempio d’oro è al centro di un lago artificiale quadrato
a sua volta nel centro storico e caotico della città ed è la meta di un
continuo pellegrinaggio da parte di migliaia di fedeli provenienti da
tutto il paese che, giorno e notte, fanno la coda per un breve giro o
per una sosta di meditazione e di preghiera in questo luogo sacro. Nel
lago si ripetono le tradizionali abluzioni o immersioni nell’acqua,
ritenuta anch’essa sacra, proveniente da una sorgente fuori città. La
visione del tempio, sia dall’esterno che dall’interno, è veramente uno
spettacolo incredibile infatti, oltre ai marmi pregiati che compongono
tutto il complesso, il tempio è ricoperto interamente da lastre d’oro
puro di un certo spessore. Questo produce effetti ottici notevoli e
sempre diversi a seconda delle ore della giornata ed in particolare al
tramonto, che dopo la visita ci godiamo dalla terrazza dell’albergo che
si affaccia sul lago. Insomma non c’è solo il Taj Mahal o il tempio
Jainista di Ranakpur a poter attirare l’occhio di un occidentale sulle
bellezze architettoniche dell’India. Il complesso del tempio comprende
anche una enorme mensa, con adeguata cucina, che fornisce
quotidianamente pranzi a circa 40.000 persone, gratuitamente e senza
alcuna preclusione sociale o religiosa. Qui sono tutti volontari ed il
cibo è acquistato grazie alle donazioni dei pellegrini ed ad una decima
fornita dai più abbienti. La città, essendo di fatto un posto di
frontiera con il Pakistan ed a pochi chilometri dalla grande città di
Lahore, ci riserba una particolare curiosità, qui infatti tutte le sere
al tramonto sulla linea di frontiera, che peraltro è chiusa al traffico,
si effettua un curioso spettacolo.
Le due parti del confine sono allestite con lussuose
gradinate per ospitare gli spettatori che così, dopo varie
manifestazioni di gioioso nazionalismo da parte degli indiani e un po’
più serie da parte dei pakistani, dopo aver aperto i due lucidissimi
cancelli, assistono all’ammaina bandiera congiunto tra le due polizie di
frontiera, vestite con lussuosissime e simili divise.
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Vita quotidiana |
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