INDIA - 2007
 SUD OVEST - Altre indie nel subcontinente

Dopo due giorni si parte verso sud, questa volta con una macchina a noleggio con l’autista perché la guida in completa autonomia è fortemente sconsigliata, ufficialmente a causa del traffico ma praticamente per i possibili problemi creati dalla polizia, di cui ne avremo comunque un esempio in seguito. Entrati nello stato del Karnataka, lasciamo l’area della cultura ariana ed entriamo nell’area della cultura dravidica e ci dirigiamo nell’interno dove ci sono interessanti resti di siti archeologici. La zona è splendida e anche se ne vediamo solo una minima parte questo ci dà una chiara rappresentazione di come dovevano essere le città all’epoca del loro splendore. Di particolare interesse è la città di Hampi che con i suoi 400 templi, distribuiti su di una superficie tale da doverla girare in macchina è di fatto uno dei più grossi siti archeologici al mondo. Lo spazio all’interno dei templi è splendido nella sua simmetria e purezza delle linee. Gli edifici sono tutti scolpiti con estrema maestria e con particolare cura, come ad esempio nelle sottili colonne, tutte diverse, scolpite in un unico blocco di una pietra così cristallina che al solo sfiorarle emettono vibrazioni sonore, anch’esse tutte differenti. Analogamente interessante, anche se più piccola, è la vicina città di Hospet. Più a sud troviamo le città di Halebid e Belur che presentano due splendidi templi della dinastia Hoysala, costruiti nell’XI secolo con uno stile molto particolare che meritano sicuramente una visita approfondita. Relativamente vicino troviamo la località di Sravanabelgola, luogo sacro per i Jainisti, dove si trova una statua millenaria alta 17 m e scolpita in un unico blocco direttamente sulla sommità di un monolite granitico a cui si accede con una scala di centinaia di scalini anch’essi scavati direttamente nella roccia. Ancora più a sud troviamo la grande città di Mysore dove l’interesse si concentra sul palazzo del marajà, nel centro della città, a cui si può accedere a pagamento, anche se è attualmente abitato. Il palazzo è un vero miscuglio di stili e lascia decisamente interdetti per i delirio di grandezza che rappresenta, in particolare dopo aver visto nei giorni precedenti splendide opere architettoniche antiche. La particolarità più curiosa è però quella, essendo domenica, di vedere alla sera il palazzo illuminato da migliaia di lampadine (non a basso consumo) alimentate da un apposita centrale elettrica, l’effetto e assicurato.Lungo la strada che dobbiamo fare per passare dal Karnataka al Kerala verifichiamo direttamente che l’India è in effetti una confederazione di stati con frontiere vere e proprie, infatti la polizia ci blocca per mezza giornata per problemi relativi ai documenti della macchina (in fotocopia invece che in originale) quale dimostrazione di quanto detto prima e di una burocrazia imperante. Il Kerala non ha le stesse risorse archeologiche del Karnataka ma è ugualmente interessante dal punto di vista naturale. E’ uno degli stati più ricchi e lungo la costa garantisce al viaggiatore una serie di spettacoli avvincenti che vanno dalle bianche spiagge, che purtroppo si affacciano su di un oceano sempre tormentato, alle zone lacustri parallele alla costa. La città di Cochin è famosa per la pesca con le cosiddette reti cinesi, in pratica grandi bilancieri, posti tutti affiancati su di un lungo molo, costruiti con un’infinità di legni legati tra di loro e controbilanciati con una serie di grandi pietre legate in serie tra di loro per facilitare la ripresa della rete a fronte della pressione dell’acqua e del carico di foglie galleggianti (sempre) e pesci (quando ci sono). La zona di Kottayam e Alleppey è quella più caratteristica perché presenta un mondo veramente unico fatto di lagune e canali densamente abitato. Utilizzando un grosso barcone, ricco di comodità come letti e docce, facciamo un’escursione di tutto il giorno in quest’ambiente liquido veramente affascinante. Lungo lo scorrere dei canali, che sono percorsi da regolari battelli con tanto di baracche alle fermate, si trova una vera città lineare con file ininterrotte di piccole case costruite su argini di pochi metri, tra canali profondi e campi allagati coltivati a riso.

KARNATAKA    
KERALA
 La vita che si vede scorrere davanti agli occhi è di una serenità tale da risultare sconcertante, pensando alle reali difficoltà che presenta quell’ambiente così delicato. Nei canali si fa di tutto, si pesca, si lavano i panni e le pentole oltre a se stessi, ma soprattutto si commercia con un continuo passaggio di piccole barche che trasportano di tutto. Ma lo spettacolo più curioso è l’aver visto scaricare da un furgoncino qualche centinaio di anatre marroni direttamente nel canale, dove due uomini su due piccole barche guidate con i pali le hanno portate a “pascolare” lungo il canale stesso, come una mandria, per poi condurle su di un piccolo isolotto per la notte. Gli ultimi tre giorni, tradizionalmente di relax, li trascorriamo in un complesso, nei dintorni di Kovalam a sud di Trivandrum, costituito da un albergo posto direttamente sul mare in una splendida insenatura, praticamente una spiaggia privata, ed un orfanatrofio finanziato con i proventi turistici dell’albergo. Il posto, oltre ad essere splendido, proponeva uno spettacolo giornaliero molto interessante costituito da un gruppo di circa 25 pescatori che portata al largo una grossa rete con una barca, la tiravano successivamente da riva con due “tiri” di circa 10 uomini. L’operazione veniva ripetuta più volte durante la mattinata, usufruendo di due reti, poiché ad ogni pesca alcuni pescatori si occupavano di stenderla ad asciugare e piegarla dopo averla eventualmente ricucita dagli strappi. Attività, per chi la guarda,affascinante per i molti ricordi ed i richiami ad antichi mestieri da noi oramai scomparsi.