L’analisi del percorso da fare è questa volta più complessa del solito
non potendo percorrere con l’automobile un anello che permetta di non
fare due volte la stessa strada, considerando che la natura del paese,
stretto e lungo, presenta di fatto una sola strada principale che lo
percorre da nord a sud. La scelta cade quindi su di un mix di
spostamenti, auto più aereo con arrivi e partenze in posti diversi,
tranne Santiago che rimane centrale per le tappe in aereo.
Primo passo, ritiro dell’auto a Santiago e via sino a La Serena
costeggiando l’oceano con varie tappe intermedie, ma data la stagione
(siamo a novembre corrispondente al nostro maggio) il percorso presenta
poche cose di interesse. A La Serena prendiamo il volo per Antofagasta
al nord del paese. Noleggiamo un fuoristrada che
ci permetterà di procedere anche su terreni sconnessi, e poi si fa tappa
a Calama, diciamo per abituarci all’altitudine, ma in poche ore andiamo
comunque dal livello del mare a circa 2000 m. Infatti l’altitudine
si fa sentire, pressione alta, battiti elevati e gambe molle. Cerchiamo
di tirarci su con un mate di foglie di coca, che qui sono vendute secche
in tutti i mercati e negozi, ma ho idea che la cosa sia solo una
leggenda metropolitana per turisti perché ci lascia come prima, forse
dovremmo farci il bagno! Si parte poi per San Pedro de Atacama,prima tra
le mete principali del viaggio. Il paese è a 2400 m adagiato sul
fondo di un grande lago salato prosciugato, praticamente
una immensa distesa di sale in alcuni punti spessa parecchie centinaia di
metri, infatti vi sono anche zone dove viene estratto industrialmente.
Nel mezzo qualche rara pozza d’acqua dove migrano i fenicotteri rosa,
vederli volare da vicino p sempre uno spettacolo incredibile. Sempre con
la scusa di acclimatarci all’altitudine, dedichiamo un giorno alla
visita di due laghi montani, parchi nazionali con tanto di volpi, vicuña
e alpaca, arrivando così a 3400 m. Il giorno dopo è dedicato al top di questa
parte del viaggio, in tutti i sensi, si parte alle 4 del mattino con il
fuoristrada e in poco più di un’ora si arriva ai 3500 m
dell’altopiano del Tatio, famoso per i suoi geyser. Il bello è arrivare
prima del sorgere del sole (e prima della maggior parte
dei turisti) per apprezzare il contrasto dei colori dei fumi dei geyser
contro il cielo limpidissimo che cambia continuamente di colore Peccato
che ci siano circa 12° sotto zero, ma quando il sole è ormai alto e
rimaniamo in pochi, riusciamo a fare un bagno in una pozza riempita
dall’acqua calda che esce dai geyser. Aspettiamo che vadano via
tutti i pulmini delle gite organizzate e riscendiamo lentamente
fermandoci anche a fare un bagno ristoratore in un ruscello caldo
che scorre a 3000 m in un piccolo ma profondo canyon. Che dire di
tutto questo, il paesaggio è talmente particolare nel contrasto tra
deserto e rare oasi che merita sicuramente la visita. Ritorniamo a Calama, lasciamo la macchina e con l’aereo
torniamo a Santiago alle
sera per poi ripartire la mattina dopo per l’isola di Pasqua. Il viaggio
è lungo, circa 5 ore, il posto è incredibilmente piccolo rispetto a
tutta l’immensità dell’oceano intorno. L’isola è circa 24 Km per 12 Km e
forse può non meritare i 4 giorni necessari, di cui in pratica solo 2
dedicati all’isola
che peraltro si può girare benissimo anche in un solo giorno, vedendo tutto quello
che c’è da vedere. Ma per un vecchio matematico con il cuore da
archeologo, questo viaggio era da fare per forza.
Comunque la visita dei vari
Moai inseriti in quell’ambiente aspro è uno spettacolo unico ed
avvincente anche se molto ce lo deve mettere il pensiero di quello che
tutto questo rappresenta nel quadro complesso della storia delle civiltà umane.
Tornati a Santiago con un’auto partiamo per il sud, in un
viaggio che attraversando la Valle Centrale del Cile ci porterà a Puerto Montt e l’isola di Chiloè
dove finisce la Panamericana, partita più di 25000 Km più a nord, in
Alaska. La valle, racchiusa tra l’alta catena montuosa delle Ande e
quella costiera è fertilissima. Infatti ci
si può trovare veramente di tutto, in particolare per quanto riguarda i
vari tipi di frutta di tutte le stagioni, per non parlare degli
splendidi vigneti, che naturalmente visitiamo.
Lungo la strada ci fermiamo in alcuni paesi interessanti. Come la zona
con le Termas de los Pozones con il suo fiume freddissimo che scorre a
fianco di varie sorgenti di acqua calda per ottime saune al naturale o
la città di Villarica proprio sotto il suo vulcano ricoperto di neve che
riusciamo a raggiungere (con un po’ d’incoscienza) salendo da una ripida
strada sterrata, questa volta senza fuoristrada.
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CENTRO - SUD |
Salto del Laja |
Valparaiso - Puerto Montt |
Lungo la strada
troviamo anche il Salto del Laja che è un notevole gruppo di cascate
immerse nel verde, molto frequentato dalla gente del posto in
particolare nei fine settimana. In questa zona troviamo molte colonie di
immigrati tedeschi, sia della fine del
1800, quando queste terre erano una vera frontiera da
conquistare, che del dopo 1945, per altri noti motivi.
Puerto Montt non ha molte cose di particolare interesse, a parte l’aria
da paese di frontiera che si respira, ma da lì ci imbarchiamo su di un
traghetto mercantile che in 5 giorni ci porterà, andata e ritorno, sino
alla Laguna di San Rafael, terza meta fondamentale del viaggio. La
navigazione è piacevole anche se la nave è un po’ “rustica”, all’andata
trasporta mercanzie varie per le colonie patagoniche ed al ritorno
mucche e pecore per i mercati del nord. Ma il giorno che ci ripaga di
tutto è quello nel quale, arrivati alla laguna, si scende su piccole
lance e ci si avvicina al fronte del ghiacciaio che si spacca in
continuazione facendo precipitare in mare piccoli iceberg. Il blu del
ghiaccio, in tutte le sue tonalità, è una cosa che rimane impressa negli
occhi per sempre. Infine il ritorno in aereo a Santiago per una visita
alla città, al tempo stesso moderna e ricca di tradizioni
coloniali, veramente un bel posto a conclusione di un viaggio
incredibilmente vario per clima e natura e nel complesso appassionante. |