MESSICO - 2004
 Due viaggi in due mondi

SIERRA TARAHUMARA

Siamo nuovamente in Messico, ma questa volta tralasciamo la parte archeologica per un itinerario un po’ particolare che si snoda in due avventure di stile diverso, potremmo dire monti e mare. Arriviamo a Chihuahua, città peraltro tranquilla e piacevole dove riusciamo a fare anche un po’ di shopping, situata quasi al centro del Messico del nord nell’omonima regione di cui è la capitale, il Messico è al pari degli USA una unione di stati. Da qui ci imbarchiamo su di un treno che ci porterà sino alla costa del Pacifico attraverso una incredibile regione montuosa. Il Chepe, è il nome del treno (da Chihuahua al Pacifico), parte dai quasi 1500 m di Chihuahua per arrivare agli oltre 2000 m della Sierra Tarahumara, facendo alcune fermate che consentono di sostare qualche giorno nei diversi paesi della sierra, per poi riprendere il viaggio con i treni successivi, tenendo presente che ne passano due al giorno e con orari elastici. Questo sistema ci consente di vedere due dei più interessanti punti del percorso e cioè i paesi di Creel e Bauichivo. L’insieme dei canyon che formano la sierra è il più grande del mondo, con profondità da brivido, si scende infatti dalle creste a 2000 m sino al fondo valle percorrendo ripide ed impervie strade sterrate, con un dislivello di 1700 m, dove scorrono limpidi fiumi. Da Creel scendiamo nel Barranco del Cobre impiegando tutto il giorno tra andata e ritorno, questo per dire come sono le strade, passando dai 15° C diurni (ma di notte gela), immersi in una vegetazione di tipo alpino con tanto di laghetti di acque fresche e cristalline, ai circa 35° C del fondo valle, con un clima ed una vegetazione tipicamente tropicale. Contrasti veramente notevoli. Nei paesi, sia in cresta che in valle, la vita scorre tranquilla e non sembra che il turismo portato dal treno abbia turbato più di tanto il ritmo che questo popolo, famoso per essere un instancabile camminatore, ha sempre mantenuto. La ferrovia era stata ideata per il trasporto del rame presente nella zona che infatti si chiama Canyon del Rame, ma finito lo sfruttamento è rimasta a disposizione per lo spostamento degli abitanti della zona e dei turisti. Gli orari del viaggio sono approssimativi, ma questo, oltre a far parte del folclore dello stereotipo messicano, è dovuto alla reale complessità di una linea ferroviaria che si snoda tutta tra ponti e tunnel sino a scendere nell’ultimo tratto di montagna verso la pianura quasi a spirale all’interno di un profondo canyon. Un’opera veramente notevole che, dicono i messicani, non erano riusciti a fare neanche gli statunitensi. Scendiamo dal treno a El Fuerte (penultima stazione) e facciamo come variante l’ultimo tratto in autobus sino a Los Mochis e da qui, sempre in autobus, arriviamo sul Pacifico al porto di Topolobampo. Alla sera ci imbarchiamo su di un traghetto nuovissimo verso La Paz, capitale della Baja California del Sur, attraverso il quieto Mar di Cortez.

La traversata dura una notte ed è con una certa sorpresa che ci troviamo di fronte ad un equipaggio di ufficiali italiani. La nave porta prevalentemente merci su camion perché consente il collegamento diretto tra il continente e la penisola evitando un giro via terra di circa 2000 Km.